Torse d'homme


Desbois fu per molti anni, più precisamente dal 1884 al 1914, un collaboratore di Rodin. Proseguendo la strada tracciata da quest'ultimo con Quella che fu la bella Heaulmière del 1887 e da Camille Claudel con Clotho (1893), l'artista in un primo tempo si mette in luce per il realismo quasi miserabilista che caratterizza il gruppo scultoreo da lui realizzato La Morte ed il boscaiolo del 1890 ma andato distrutto e la sua statua La Miseria (1894-96). Poco a poco, Desbois tenta di trovare una sua personale visione dell'espressionismo, adottando a sua volta l'invenzione principale di Rodin: il frammento presentato come un'opera in sé. Per realizzare questo Torso, fuso in bronzo dorato da Alexis Rudier nel 1935, Desbois riprende una sua opera precedente, Roccia di Sisifo del 1908 (gruppo scultoreo di pietra, attualmente esposto al museo Jules Desbois de Parcay-les-Pins, nei pressi di Tours, creato all'interno della casa natale dello scultore). Il gesso di questo torso, principale attrazione del Salon del 1934, è l'opera di una scultore di 84 anni.
Il successo di quest'opera è legato al ricordo del Torso del Belvedere, un'antichità mutilata, giudicata talmente bella durante la sua riscoperta nel Rinascimento che lo stesso Michelangelo avrebbe rifiutato di completarla. Una forma conosciuta, rilavorata in un ancheggiamento rovesciato con maggiore movimento, rassicurava i contemporanei circa il "ritorno all'ordine". Ogni elemento contribuisce alla estrapolazione del maggior numero possibile di caratteristiche tipiche della figura umana: la torsione vigorosa, la riproduzione magistrale della muscolatura in tutta la sua potenza e agilità. La doratura, inoltre, conferisce ai volumi densità e luminosità.
Decoratore originale, questo artista si è anche cimentato nella produzione di sculture di peltro che risultano tra i pezzi più ricchi di inventiva delle collezioni di oggetti d'arte.