Une avenue, forêt de l'Isle-Adam
Théodore Rousseau è uno dei maggiori paesaggisti del XIX secolo. Artista di formazione romantica, per tutta la sua vita cerca di svelare i misteri di una natura che non smette mai di osservare, di scrutare in tutte le sue minime manifestazioni.
Questo paesaggio, conosciuto anche con il nome di Il Viale verde ed anche Il Viale di Galantuomini, titolo con il quale partecipò al Salon del 1849, è stato interamente dipinto dal vero, una circostanza, questa, poco frequente nella produzione di Rousseau. Costui, infatti, è solito osservare per ore ed ore per poi disegnare, a volte dal vero, svariati soggetti come ad esempio una foglia, un albero, un paesaggio vero e proprio ma, alla fine, l'artista rielabora e rivede sempre il tutto nella sua bottega.
Per dipingere questa quadro, l'artista si è installato a Isle-Adam in casa dell'amico Jules Dupré ed ha lavorato a questa tela per tutta la primavera del 1846, per poi corregerla e completarla nel corso degli anni seguenti. L'insoddisfazione costante unita al timore di non essere ancora una volta ammesso al Salon spiegano i rimaneggiamenti continui che l'artista infligge alle sue tele. Rousseau ha cercato in questo caso non di raffigurare un viale come in una fotografia ma di tradurre la luce verticale di un mezzogiorno d'estate, la luce più difficile da catturare per un pittore, una luce che schiaccia letteralmente gli oggetti. Questo tentativo arduo, uno dei primi nella storia della pittura francese, troverà il suo coronamento nell'opera Le Quercie d'Apremont conservata al Louvre.