Vue de Florence
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Eugène Viollet-le-Duc
Vue de Florence
1836
mine de plomb, plume et encre, lavis sur papier contrecollé
H. 32 ; L. 64,5 cm avec support H. 54,7 ; L. 85 cm
Don famille Viollet-le-Duc, 1882
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)
/ Hervé Lewandowski
Eugène Viollet-le-Duc
(1814 -
1879)
Il giovane Viollet-le-Duc, diffidente nei confronti del sistema accademico, rifiuta di seguire la formazione impartita dall'accademia delle Belle-Arti. Così facendo, pur rinunciando al Grand Prix de Rome, il giovane architetto è comunque fermamente deciso a completare, in Italia, il perfezionamento delle sue conoscenze artistiche. A questo proposito, riesce a finanziare il suo soggiorno nel Bel Paese grazie al denaro che Luigi Filippo gli versa come compenso per un acquerello di grande formato, intitolato il Banchetto delle Signore alle Tuileries. In questo modo il giovane architetto ha i mezzi per mantenersi in Italia dal marzo 1836 al settembre 1837.
Viollet-le-Duc ama molto Firenze, città dove risiede in tre diverse riprese. Questa veduta è stata realizzata in occasione del suo secondo soggiorno, dalla chiesa di San Miniato al Monte, che offre una splendida vista che Viollet-le-Duc apprezza in modo particolare. Questo ampio panorama testimonia le precoci qualità di disegnatore di Viollet-le-Duc. Questi, del resto, per tutta la vita accorda una grande importanza al disegno che considera come una pratica indispensabile per il pensiero e la creazione architettonica.
Da notare, altresì , la sapiente composizione di questa veduta. Dietro un primo piano molto romantico, composto da macerie e vegetazione, si estende la città di Firenze, la cui architettura è resa nel suo aspetto con una grande precisione. Anche se di alcune abitazioni l'artista ha tracciato appena l'abbozzo, sono tuttavia riconoscibili tutti i gioielli dell'architettura fiorentina (come il Ponte vecchio, Il Duomo o il Campanile...), di cui Viollet-le-Duc apprezza "l'aspetto selvaggio".
La vegetazione, invece, è raffigurata in maniera così indefinita che è impossibile riconoscere le varie specie. Si tratta, comunque, di una testimonianza dell'interesse che Viollet-le-Duc nutre per lo studio della natura che ispirerà la sua attività d'insegnamento presso l'Accademia di disegno e il complesso della sua concettualizzazione teorica.
Realizzato nel 1836, questo disegno è uno dei cento elaborati scelti per l'illustrazione postuma delle opere del grande teorico, nel volume pubblicato nel 1884 dal Comitato per la tutela dell'opera del maestro.
Viollet-le-Duc ama molto Firenze, città dove risiede in tre diverse riprese. Questa veduta è stata realizzata in occasione del suo secondo soggiorno, dalla chiesa di San Miniato al Monte, che offre una splendida vista che Viollet-le-Duc apprezza in modo particolare. Questo ampio panorama testimonia le precoci qualità di disegnatore di Viollet-le-Duc. Questi, del resto, per tutta la vita accorda una grande importanza al disegno che considera come una pratica indispensabile per il pensiero e la creazione architettonica.
Da notare, altresì , la sapiente composizione di questa veduta. Dietro un primo piano molto romantico, composto da macerie e vegetazione, si estende la città di Firenze, la cui architettura è resa nel suo aspetto con una grande precisione. Anche se di alcune abitazioni l'artista ha tracciato appena l'abbozzo, sono tuttavia riconoscibili tutti i gioielli dell'architettura fiorentina (come il Ponte vecchio, Il Duomo o il Campanile...), di cui Viollet-le-Duc apprezza "l'aspetto selvaggio".
La vegetazione, invece, è raffigurata in maniera così indefinita che è impossibile riconoscere le varie specie. Si tratta, comunque, di una testimonianza dell'interesse che Viollet-le-Duc nutre per lo studio della natura che ispirerà la sua attività d'insegnamento presso l'Accademia di disegno e il complesso della sua concettualizzazione teorica.
Realizzato nel 1836, questo disegno è uno dei cento elaborati scelti per l'illustrazione postuma delle opere del grande teorico, nel volume pubblicato nel 1884 dal Comitato per la tutela dell'opera del maestro.
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